Jesi e i Castelli della Vallesina

Lungo il medio corso del fiume Esino si sviluppa  la Vallesina, una splendida valle dominata dal monte s. Vicino, dove meravigliose colline degradanti verso l’Adriatico, regalano ogni anno l’ottima uva autoctona del famoso Verdicchio e sulle quali si trovano una serie di borghi storici, i cosiddetti “Castelli di Jesi”.

Fondata dagli Umbri, Jesi divenne colonia romana nel 295 a.C., e ai Romani si deve la struttura urbanistica che possiede ancora oggi. L’antica Aesis divenne prima provincia bizantina e poi passò nel 756 sotto il potere temporale dei Papi. Fu proprio nel secolo VIII che sorsero numerose abbazie in tutta la valle, per mano dei monaci benedettini, ma è solo quando diventa libero Comune nel 1130, che Jesi dà vita ad un florido periodo economico e artistico-architettonico.

La costruzione del Palazzo del Podestà, del Palazzo del Comune, della Cattedrale intitolata a S. Settimio e la fortificazione delle antiche mura romane, conferiscono a Jesi quello splendore che ancora oggi è possibile ammirare. Uno splendore che conobbe varie vicissitudini, decadimenti e passaggi di proprietà, da Federico II, che qui nacque nel 1194, alle potenti Signorie, come quella malatestiana e sforzesca.

Fu proprio grazie alla fine delle signorie e al passaggio sotto la Chiesa, che Jesi iniziò a partire dalla seconda metà del 400, una grande ripresa politica ed economica, con conseguente crescita demografica che portò al cambiamento del suo aspetto architettonico, per la costruzione di nuove chiese e palazzi fuori dalle antiche mura. A questo periodo appartengono infatti il monumentale Palazzo della Signoria, dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini e il rafforzamento di tutto il sistema difensivo ad opera del fiorentino Baccio Pontelli

Una ripresa economica che diede nuovi impulsi anche ad una crescita culturale ed artistica: i capolavori pittorici del veneziano Lorenzo Lotto, realizzati per alcune Chiese della città; una delle prime stampe della Divina Commedia del tipografo Federico de’ Conti da Verona; infine le ammirabili opere di cesellatura orafa di Ciccolino di Lucagnolomaestro del Cellini.

Da allora in poi altre conquiste e cambiamenti mutarono Jesi, soprattutto nel 700. Di quest’epoca infatti sono gli abbellimenti e ricostruzioni dei palazzi signorili, per volere delle famiglie patrizie locali, su cui spicca Palazzo Pianetti, sede oggi della Pinacoteca Comunale. Ma anche l’ammodernamento e il restauro delle chiese per volere dei vescovi contribuirà ad arricchire Jesi di tutta la bellezza che oggi si può ammirare.

Jesi è appunto il centro nevralgico della Vallesina, nonché quello con la storia più ricca e variegata, ma non da meno sono tutti gli altri borghi e tutti degni senz’altro di una visita. Da  Serra de’ Conti  a Monsano, da  Santa Maria Nuova a Cupramontana, in tutta la valle lungo le sponde dell’Esino ognuno di questi 18 borghi nati per difendere le popolazioni della valle, con le loro cinte murarie, le chiese e i musei, possiedono un fascino storico e architettonico che renderà felici tutti gli amanti dell’arte, ma ancor di più gli appassionati del Verdicchio dei Castelli di Jesi, che qui impreziosisce ogni tavola di riflessi dorati.