Tra sacro e profano: rocche e abbazie…

Le Marche prendono nome dal germanico “Marca”, letteralmente terra di confine. Difatti di terra di confine si tratta, non solo per la posizione geografica centrale, ma perché nell’arco del tempo le Marche hanno conosciuto imperi, ducati, signorie e papati, di cui molte tracce sono ancora oggi visibili, e ripercorribili in diverse località.

Proponiamo alcuni itinerari storico-culturali, a cavallo delle province di Pesaro Urbino ed Ancona, per far conoscere parte del territorio di questa regione, delle sue bellezze architettoniche e naturalistiche, della sua cucina tradizionale e dei suoi prodotti tipici. 

  • Monastero di Fonte Avellana. Il monastero si trova alle pendici boscose del monte Catria, a 700 metri sul livello del mare, al confine con l’Umbria, a circa un’ora di macchina dall’hotel. Sorto nel 980 per mano di alcuni eremiti, che certamente colsero l’aspetto spirituale di questa zona montana tra alberi di nocciolo e una sorgente d’acqua, e qui vollero costruire delle celle dove ritirarsi, divenne abbazia nel 1325. Subito dopo fu “Commendata”, antica pratica che prevedeva l’affidamento dei beni  e benefici di monasteri e abbazie a persone esterne agli ordini monastici, questo lentamente ne decretò il declino economico, ma mai quello spirituale. Oggi il Monastero ha ritrovato tutta la sua bellezza grazie ai monaci camaldolesi, nelle cui mani è recentemente tornato. Il chiostro, la biblioteca, ricca di volumi antichi, le Sale, la Cripta, ogni ambiente è stato riportato al suo splendore e merita una visita accurata.
  • Nella valle del fiume Cesano, a soli 25 km dall’hotel, si trova Rocca Roveresca di Mondavio, antico borgo riconosciuto come uno dei più belli d’Italia dal Touring Club. La Rocca fu commissionata dal signore di Senigallia Giovanni della Rovere,  all’architetto militare senese Francesco Di Giorgio Martini, e costruita nell’ultimo decennio del XV secolo su una precedente costruzione difensiva medievale. Pur non seguendo il progetto originale, la rocca esprime nelle forme geometriche molto particolari del mastio, tutta la sua identità di roccaforte. Identità che ben si esprime anche all’interno della costruzione, grazie a due musei: uno di armi bianche e da fuoco, l’Armeria appunto; e uno di Rievocazione storica, con ambienti e personaggi fedelmente ricostruiti.
  • Sempre a un’ora d’auto dall’hotel, ma in direzione Ascoli Piceno, si trova l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, fondata nel 1142 per mano dei Monaci Cistercensi di Chiaravalle di Milano, che ricevettero in dono dal duca di Spoleto e marchese di Ancona, Guarnerio II, un vasto territorio nei pressi del fiume che poi diede il nome all’abbazia. Grazie al lavoro dei monaci l’intera area, oggi Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, conobbe per secoli una floridezza economica che coinvolse tutta la zona circostante, oltre ad essere un luogo di riferimento religioso. Purtroppo dal 1400 in poi conobbe varie sfortune e passò per diverse proprietà, fino ad essere ceduta alla famiglia Bandini, ed è oggi gestita, con grande cura e rispetto, dalla Fondazione Giustiniani Bandini. Proprio grazie a quest’ultima l’abbazia è tornata ad essere un punto di riferimento spirituale, l’area è divenuta Riserva nel 1984 e, un anno dopo, i monaci cistercensi, sempre da MIlano, hanno potuto ritornare ad abitare questo luogo mistico.
  • A una quarantina di Km dall’hotel, in direzione nord subito dopo Pesaro, si trova il Castello di Gradara, la cui storia dalle origini ad oggi è affascinante e complessa quanto la stessa struttura. Sorto in una posizione strategicamente invidiabile, su una collina da cui si domina il mare Adriatico e le valli marchigiane, il Castello è stato fin dalle sue origini un crocevia di traffici e di genti, che ne hanno aumentato senz’altro i fasti. Inoltre è stato testimone di tanti scontri e battaglie, durante tutto il medioevo, tra il Papato e le Casate marchigiane e romagnole. Sorto nel 1100 per volere di Pietro e Ridolfo del Grifo, furono però i Malatesta di Verucchio ad ampliare la costruzione con la Fortezza e le due cinte murarie tra il XIII e XIV secolo, dandole l’aspetto attuale. Una storia quella del Castello davvero unica, di lotte tra Papi e Signorie, di passaggi di mano e di conquiste, di fasti e di rovine. Storia arricchita anche dalle parole di Dante, che nel suo Inferno narra la storia degli amanti Paolo Malatesta e Francesca Polenta che, un giorno di settembre 1289, qui furono trafitti per mano di Giangiotto Malatesta. Fino ad arrivare ai nostri giorni, quando nel 1983 tutto il Castello diventa pienamente accessibile al pubblico.